Il cibo rende le persone migliori?

La Cucina Italiana

Il cibo può rendere persone migliori? Se sì, in che senso? Lo racconta un piccolo produttore di fagioli, il cui scopo è di salvaguardare antiche varietà che stanno scomparendo. Il legame tra cibo, comunità e sostenibilità emerge chiaramente nel racconto di Vincenzo Egizio, un appassionato coltivatore di fagioli ad Acerra, nel cuore dell’area metropolitana di Napoli. Egizio, insieme a un gruppo di produttori locali, è coinvolto nel progetto dei Presìdi Slow Food, un’iniziativa dedicata alla conservazione di antiche varietà agricole e metodi tradizionali di coltivazione.

Nel suo racconto, Egizio paragona il fagiolo dente di morto, una varietà antica e delicata di fagioli dal colore bianco opaco, a un emigrante che ha trovato accoglienza e prosperità nella sua terra adottiva. Questa metafora è il fulcro di una riflessione più grande sulla necessità di trattare le persone emigranti con lo stesso rispetto e accoglienza riservati a varietà uniche che vanno, oggi più che mai, tutelate.

Per coltivare bisogna pensare e agire in modo comunitario

Il lavoro del gruppo di produttori va oltre la mera coltivazione. Essi si definiscono attivisti, volontari e custodi del patrimonio agricolo, impegnati non solo a produrre cibo, ma anche a preservare e tramandare i semi di generazione in generazione. La loro missione è radicata nell’idea che, così come le piante sono vitali per l’uomo, l’uomo è altrettanto vitale per la sopravvivenza delle piante.

La sostenibilità è al centro della loro pratica agricola, con un’attenzione particolare alla rotazione delle colture. Questo approccio non solo garantisce un raccolto diversificato, ma assicura anche la disponibilità di prodotti durante tutto l’anno. Nel corso dell’anno precedente, il gruppo ha affrontato una sfida collettiva, producendo solo 80 chili di fagioli. La loro risposta è stata esemplare: decidere di condividere la modesta quantità tra tutti i membri del gruppo per garantirne la conservazione e la piantumazione nel ciclo successivo.

La solidarietà e la condivisione di esperienze sono valori fondamentali per questo gruppo di produttori, che fa parte della rete dei produttori di legumi di Slow Food. In occasione dell’evento Slow Beans tenutosi a Capannori il mese scorso, diversi produttori d’Italia si sono riuniti per condividere conoscenze e consolidare il proprio impegno verso la sostenibilità e l’agricoltura responsabile.

Il racconto di Vincenzo Egizio si conclude con una riflessione più ampia sul ruolo del cibo nella costruzione di comunità e nel rendere le persone migliori, sottolineando che il cibo non dovrebbe essere considerato solo come un mezzo economico, ma come parte di un progetto più profondo che coinvolge l’intera comunità. La sua visione abbraccia l’idea che il cibo è davvero di tutti quando la condivisione di conoscenze avviene per il bene di tutti gli esseri viventi, riconoscendo così la nostra interconnessione nell’ecosistema.

Fonte Slow Food

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