Le melanzane fanno ingrassare? Ecco cosa c’è da sapere

La Cucina Italiana

Leggi melanzane e pensi subito all’arrivo dell’estate. Di stagione già a partire dal mese di giugno, le melanzane sono un ortaggio tipico della dieta mediterranea. Protagoniste immancabili a tavola, si prestano facilmente a svariate preparazioni. Gratinate, ripiene, ma anche cotte in padella, al forno o alla griglia, sono un vero e proprio jolly. Ottime per preparare contorni oppure per arricchire primi o secondi. Ma le melanzane fanno ingrassare? Ecco cosa c’è da sapere.

Calorie e proprietà 

Le melanzane hanno innanzitutto un basso tenore calorico. «Questo ortaggio apporta circa 25 calorie ogni 100 grammi», dice Maria Rosaria Baldi, biologa nutrizionista. Dal punto di vista nutrizionale le melanzane sono particolarmente generose di sostanze antiossidanti. «Apportano composti fenolici e antocianine, presenti soprattutto nella buccia viola, che favoriscono il lavoro del fegato e del pancreas». Hanno poi un ottimo effetto saziante e lassativo. «Il merito è delle fibre che stimolano l’attività intestinale e che rallentano l’assimilazione degli zuccheri e dei grassi». Ottimo è anche l’apporto di minerali. «Le melanzane sono ricche di potassio e magnesio, alleati contro i gonfiori e l’aumento di peso. In più forniscono percentuali interessanti di vitamina B1 e B6, che partecipano al funzionamento del metabolismo. Ma nonostante siano un ortaggio di per sé alleato della linea e della salute, occorre consumarlo prestando alcune attenzioni soprattutto se l’obiettivo è quello di mantenersi in forma», dice l’esperta, che qui suggerisce una serie di consigli da mettere in pratica.

Come mangiarle a dieta

In questo periodo le melanzane sono ottime per condire la pasta. Tagliate a funghetto oppure a listarelle e saltate in padella con dell’olio e del pomodoro a pezzetti, permettono di mettere in tavola un primo sfizioso e ricco di gusto e salute. «Le fibre di cui sono ricche rendono meno veloce l’assimilazione dei carboidrati della pasta, dando sazietà. In più stimolano la produzione di bile da parte del fegato e facilitano i processi depurativi e digestivi». Le melanzane sono ottime anche arrostite o al forno.  «L’unica accortezza da avere in questi casi è di evitare di farle cuocere troppo. Il rischio è di perdere con l’esposizione diretta al calore alcune delle sostanze benefiche, tra cui la vitamina C, che è termolabile, e di metterne nel piatto altre con parti bruciate, che oltre a essere potenzialmente nocive, favoriscono la produzione di radicali liberi», spiega Maria Rosaria Baldi. «Se invece si consumano fritte, per renderle più leggere si può scegliere una panatura senza uovo. In questo modo assorbono meno olio». Sì anche alla classica insalata di melanzane (cotte) condite con dell’olio extravergine d’oliva che grazie alla ricchezza di lipidi moninsaturi e polinsaturi, rende più assimilabile la vitamina E, di cui le melanzane sono anche ricche. «Questa vitamina, oltre ad avere un’azione antiossidante e antinfiammatoria, è una valida alleata della circolazione e della tonicità della pelle». E le melanzane ripiene oppure la classica parmigiana come mangiarle? «Meglio consumarle massimo una volta alla settimana. Quelle ripiene vanno considerate più un secondo e un primo insieme, che un contorno. La parmigiana invece abbinata a una fettina di pane integrale può essere considerata un piatto unico. Ma in entrambi i casi meglio concludere il pasto con un’insalata di verdure crude, che grazie alla ricchezza di fibre, rende più lento l’assimilazione dei loro grassi. Per alleggerire ulteriormente la parmigiana, poi, meglio utilizzare le melanzane grigliate piuttosto che quelle fritte ed evitare di aggiungere le uova che spesso sono presenti in alcune ricette». 

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