Chef Giuseppe Bruno, patrimonio Italia a New York

Chef Giuseppe Bruno, patrimonio Italia a New York

Giuseppe Bruno si è inventato tutto un mondo. Anzi, se n’è inventati due: Sistina e Caravaggio. Situati entrambi nell’Upper East Side, tanti gli ospiti illustri

Un patrimonio.
Un patrimonio del gusto, dell’arte, dell’Umanità.
La cucina italiana che si mescola con New York, con dei Matisse da milioni di dollari, con una cantina di 200mila bottiglie di vino che, chissà, forse valgono ancora di più.

Giuseppe Bruno si è inventato tutto un mondo.
Anzi, se n’è inventati due: Sistina e Caravaggio.
Originario di Battipaglia, provincia di Salerno. Emigrato all’inizio degli anni ’80, alla carica americana assieme ai suoi fratelli. Ambasciatore del buono, ma anche del bello.

Due ristoranti che quasi meriterebbero le virgolette: sono, infatti, due musei a tutti gli effetti. Situati entrambi nell’Upper East Side, a una manciata di passi l’uno dall’altro e peraltro proprio a una manciata di passi da un altro museo, forse il più famoso del mondo, quel Metropolitan con cui in qualche modo si fondono, in un tutt’uno affascinante, interessante e squisito.

Entrare significa entrare in un’altra dimensione.
Se cercate l’atmosfera del mito di Manhattan, sta qui.
Se cercate l’autentica cucina italiana, sta sempre qui.

I prezzi non sono di certo una carezza, ma siete nel quartiere più chic della Grande Mela e, soprattutto, siete seduti dove si siedono abitualmente Michelle e Barack Obama, Hillary e Bill Clinton, Melania e Donald Trump, passando pure per Hollywood e dintorni tra Martin Scorsese, Robert De Niro, George Clooney, fino ai mostri dell’alta finanza come Larry Fink (CEO del fondo BlackRock), John Mack (ex CEO di Morgan Stanley) e Fabrizio Freda (CEO di Estée Lauder). In una parola sola, dunque? Il vertice.

E lo stesso Henri Matisse, in realtà, è…soltanto uno dei tanti. Donald Baechler ha decorato di suo pugno un’intera parete di Caravaggio. Frank Stella ha tracciato le sue preziose geometrie. Ellsworth Kelly ha fatto sfoggio del suo minimalismo. E infine Sandro Chia, italianissimo, ha impresso il suo neo espressionismo.

Insomma, definire Giuseppe Bruno l’Executive Chef di Sistina e Caravaggio è evidentemente riduttivo. Bruno è un genio che in quarant’anni non ha mai smesso di lavorare, di collezionare e di sognare. In grande, per sé e ancora di più per i suoi ospiti.

Punto di riferimento. Per i tanti giovani che lo osservano. Per tutti quanti noi che cerchiamo l’Italia in America.

Nota a margine, con tanto di ricetta.
Mentre scrivo, mangio insalata di mare cotta al vapore, guarnita con salsa vinaigrette di pomodori secchi, limone e finocchio.
Trionfo di aragoste, gamberi, calamaretti, cappesante, cozze e vongole.
Naturalmente con un tocco di olio extravergine di oliva a crudo, «Non faccio nomi perché non amo fare pubblicità, ma quell’olio mi costa più di un’eccellente bottiglia di vino!», grida Giuseppe divertito da qualche parte.
Deliziosa, leggera e salutare.

Cin. E la vita è servita.

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Foto di Luigi Gallo Artist

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