Samantha Cristoforetti: la cover di fine anno di Vanity Fair

La Cucina Italiana

È tornata sulla Terra dopo 200 giorni nello spazio. Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana ed europea a diventare comandante della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale e una degli astronauti più celebri del nostro tempo, si racconta a Vanity Fair intervistata dal direttore Simone Marchetti, con cui ha parlato della sua vita «senza confini»: dalla sua ultima missione alla passeggiata spaziale (in realtà, spiega, si fa con le mani), la paura, i suoi genitori, i figli, TikTok, l’importanza del rapporto umano per gli astronauti e i Terrapiattisti. Chi è, che cosa cerca nello spazio infinito (la sua valle sulle Alpi, per esempio) e che cosa si prova  a viaggiare a 28mila km all’ora e atterrare «in una palla di fuoco».

Intervista a Samantha Cristoforetti

Ha mai avuto paura lassù?
«No. O meglio, una sola volta. La sera prima della passeggiata spaziale, fuori dalla stazione, qualche pensiero me lo sono fatto. Ma non era paura. Piuttosto la consapevolezza di correre un rischio significativamente più grande di quello a bordo».

Com’è camminare nello spazio?
«Beh, intanto non si cammina ma ci si muove con le mani. Tutti parliamo di camminata spaziale, ma sono le mani a farti muovere. Diciamo che si provano due sensazioni opposte. La prima è famigliare ed è data dall’odore della tuta spaziale: ti ci addestri per anni e il suo odore ti regala una sensazione di memoria, sensazione amplificata dal fatto che tutti i rumori e i suoni vengono attutiti. (…) L’altra sensazione è quella del pericolo e della relativa attenzione che devi prestare nel muoverti: il rischio più grosso, infatti, è staccarsi dalla stazione. La tuta americana è dotata di un cavo che ti tiene sempre ancorata. Quella russa, invece, che ho usato io, funziona come una via ferrata e sta a te staccarti e attaccarti a ogni movimento».

Cosa si prova ad ammirare la Terra e lo Spazio profondo?
«Quando ci hanno chiesto di rientrare, dopo circa sette ore, il mio collega sembrava quasi non voler terminare l’uscita. Ci siamo trattenuti per un tempo che mi è sembrato infinito, forse 15 minuti. E lì non avevo più nulla da fare e mi sono davvero goduta tutta quella bellezza».

Il suo curriculum, parla chiaro: passione, dedizione, scelte, promozioni, crescite…
«Lo sa, spesso le persone guardano il mio curriculum e pensano: chissà quanti sacrifici, quanta sofferenza! In realtà ho sempre fatto quello che istintivamente mi veniva di fare, quello che mi faceva stare bene. Ho una personalità che sente il bisogno di cercare nuove sfide, di fare esperienze nuove. Quindi non ci sono motivi segreti o sacrifici estremi: sono fatta così. Per stare bene, ho dovuto fare quello che ho fatto».

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