Il vino della settimana: Dogliani 2018 Poderi Luigi Einaudi

Il vino della settimana: Dogliani 2018 Poderi Luigi Einaudi

L’azienda fondata dal Presidente della Repubblica, e oggi portata avanti dalla quarta generazione della famiglia, firma un rosso versatile in tavola e con un rapporto qualità prezzo-eccezionale

Luigi Einaudi non arrivava da una famiglia ricca; fece sacrifici e nel 1909 comprò il podere San Giacomo a Dogliani, paese natale di sua mamma. Nel corso degli anni, riuscì ad acquistare altri appezzamenti nelle zone più vocate per la produzione del Dolcetto e poi anche del Barolo. Gestì i suoi terreni in modo moderno e con un grande senso etico pensò sempre al benessere delle persone che lavoravano per lui. L’attaccamento alle proprie origini contadine non venne mai meno, neppure quando sedette al Quirinale come presidente della Repubblica italiana, e riuscì a trasmettere i suoi valori anche alle generazioni successive: basti pensare che della famiglia Einaudi fanno parte uno dei più grandi editori italiani, il figlio Giulio e un celebre musicista e compositore, il nipote Ludovico.

Anche quando i numerosi impegni istituzionali lo tenevano lontano dalle sue terre, non mancò mai una vendemmia e fu il primo a imbottigliare il Dolcetto e a farlo conoscere oltre i confini locali; non c’è da stupirsi dunque che la Poderi Luigi Einaudi sia stata tra le aziende promotrici del lungo percorso che nel 2006 ha portato alla nascita della Docg Dogliani, a tutela dei vini rossi prodotti in queste zone con l’uva dolcetto.

Oggi è gestita da Matteo Sardagna, la quarta generazione della famiglia, e la produzione è arrivata a circa 320.000 bottiglie l’anno. Il vino più rappresentativo dello stile di casa rimane il Dogliani d’annata, un rosso territoriale, molto amico della tavola e proposto con un rapporto qualità-prezzo che ha pochi rivali. Di colore rosso rubino, ha profumi di frutti rossi e un sorso disinvolto, fresco, con un finale ammandorlato. È così scorrevole e ben fatto che ha conquistato anche gli americani: con l’annata 2015 si è classificato al 38° posto nella classifica dei 100 migliori vini del mondo della prestigiosa rivista Wine Spectator.

Una visita in cantina è molto raccomandata non solo per ritrovare i luoghi che furono cari a Luigi Einaudi e a Cesare Pavese e per assaggiare il Dogliani direttamente tra le colline dove nasce, ma anche perché nell’antica residenza estiva di famiglia è stato ricavato un relais che è una vera e propria oasi di pace (e la prima colazione è indimenticabile!).

Perché adesso: è un vino molto amico della tavola e riuscirete ad abbinarlo ai piatti di mare e a quelli di montagna.

Com’è fatto: le uve arrivano dai vigneti di Madonna delle Grazie, San Luigi e San Giacomo. Fermenta e affina in acciaio e cemento.

Da abbinare con: primi piatti con sughi di carne e al formaggio; carni bianche e vitello tonnato; da provare con le sarde a beccafico.

Servitelo a: 14-16 °C

Prezzo: 9 euro

Le ricette in abbinamento:

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