Cani al ristorante: quando possono entrare? Ecco le regole

La Cucina Italiana

Cani al ristorante: si o no? Dopo il recente via libera (o quasi) del governo all’ingresso degli amici a quattro zampe nei supermercati, sono in tanti a chiedersi se le stesse regole valgano anche per i locali aperti al pubblico. Del resto chi ha un cane lo lascia solo a malincuore e ogni volta che può lo porta con sé, specie nel tempo libero come quello trascorso fuori casa per cena o per pranzo. Contemporaneamente, proprio per questo, non è raro vederli accanto ai padroni in ristoranti e bar. È legale?

Cani al ristorante: quali sono le regole

Se il proprietario acconsente ad accogliere i cani al ristorante e ha rispettato le regole sì. È il proprietario del locale, infatti – in quanto titolare di un’attività privata e aperta al pubblico – a dover decidere anzitutto se ammettere o meno animali nel proprio locale. E, se decide di farlo, deve rispettare tutte le regole che garantiscano igiene e sicurezza alimentare: chiedere al padrone di tenere il cane al guinzaglio, di fargli indossare una museruola e fare in modo che – ovviamente – il cane non entri in cucina per non rischiare che venga a contatto diretto con gli alimenti.

Cosa dice il manuale Fipe sui cani al ristorante

La regola è chiara, ed è contenuta nel Manuale di Corretta Prassi Operativa della FIPE, la Federazione dei Pubblici Esercizi. Un manuale validato dal Ministero della Salute che già nel 2013 ha annullato – dove esistevano – gli effetti di regolamenti comunali restrittivi sul tema che imponevano ai vigili di fare multe ogni volta in cui si lasciava entrare un cane in un ristorante, in un bar, in una pasticceria o altri luoghi simili dedicati alla somministrazione di alimenti. Lo stesso manuale puntualizza poi che a fare eccezione sono solo i cani guida dei non vedenti: in questo caso non hanno l’obbligo della museruola e anzi, se la impone, il proprietario del locale è passibile di una multa, anche molto salata.

Quando non possono entrare i cani al ristorante

E se il proprietario non vuole che nel suo ristorante, ma anche bar o pasticceria (le regole, ripetiamo, sono le stesse) entrino cani? È liberissimo di farlo, la decisione del resto è solo sua. In questo caso, però, se ci sono specifici regolamenti comunali, come quelli vigenti a Roma e Milano, deve rispettarli: normalmente richiedere l’autorizzazione formale al divieto, mettere un cartello ben visibile in cui avverte che l’ingresso degli animali non è consentito, predisporre dei ganci per i guinzagli.

L’importanza del rispetto delle regole

Dunque sì, le regole sono – nella sostanza – le stesse che valgono nei supermercati: caso per caso, decide chi li gestisce se i cani possono entrare oppure no, assicurando comunque l’igiene alimentare e quindi la sicurezza dei cliente. E chissà che, proprio come sta succedendo in tanti punti vendita che si sono attrezzati persino con carrelli per portare gli amici a quattro zampe, in qualche modo anche nei ristoranti si possano disporre spazi per loro. O anche solo accessori per metterli comodi. Insomma, qualcosa che li faccia sentire a proprio agio durante una meritata uscita insieme a padroni.

Le novità per i cani al ristorante

Qualcuno ha anche cominciato a farlo, a dire il vero: le ciotoline per farli bere in città come Milano o Roma sono sempre più frequenti anche all’ingresso dei locali che non ne consentono l’accesso, e talvolta non mancano cuscini per farli accomodare. Nei ristoranti più esclusivi ci sono persino proposte culinarie ad hoc decisamente lussuose. Da Crazy Pizza, la catena di pizzerie di Flavio Briatore, ci sono ad esempio menù solo per cani: «premietti» o pranzi, a base di verdure e tofu oltre che di carne. Il tutto incluso nel conto, del padrone.

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